Frodi online. Affidabilità di un sito

Frodi online. Affidabilità di un sito

Dopo qualche mese trascorso dall’ultimo articolo sulle frodi online, ci ritroviamo a scrivere un articolo sullo stesso argomento. E’ necessario farlo perché i “signori colleghi” che amano far soldi illegalmente… si sono evoluti!
Online esistono davvero decine e decine di siti che vendono materiale elettronico di cui noi tutti siamo, sempre di più, avidi consumatori. Di pari passo alla nostra avidità sono chiaramente cresciute anche le frodi. E di pari passo alle frodi son cresciti i consigli per evitarle. A questo punto è accaduto ciò che ci si aspettava: i signori incalliti truffatori hanno studiato con cura tali consigli e… si sono protetti. Pertanto al momento, il cittadino medio non ha alcun modo di sapere con ragionevole certezza se un sito di e-commerce è affidabile o è truffaldino.

Purtroppo tale affermazione è facilmetne dimostrabile 🙁
Di seguito infatti esamineremo ogni mezzo a nostra disposizione per capire se il sito è una truffa e lo aggireremo.
Ovviamente qui non parleremo dei siti notoriamente sicuri. Ci riferiremo esplicitamente a tutti quei siti che mostrano specchietti per le allodole.
Procediamo quindi con la nostra disamina.
Ecco quali sono i mezzi più comuni a nostra disposizione per valutare l’affidabilità di un sito di e-commerce.

  • verificare che sulla home page del sito siano esposti P.IVA e ragione sociale completa
  • verificare che P.IVA e ragione sociale siano riconosciuti dal sito della Agenzia delle Entrate
  • verificare la presenza di un numero telefonico fisso
  • verificare che sia consentito pagare in contrassegno
  • cercare sul web recensioni e opinioni di altri che hanno acquistato dallo stesso sito
  • verificare la data di acquisto del dominio
  • verificare la presenza dell’indirizzo su Google maps e cercare il sito su street view
  • verificare se è possibile pagare con Paypal

Verificare che sulla home page del sito siano esposti P.IVA e ragione sociale completa
Beh, non m pare particolarmente difficile rendere inutile questo controllo. Non ci si impiega molto a creare una P.IVA formalmente valida, ma inesistente o esistente, ma non di nostra proprietà.

Verificare che P.IVA e ragione sociale siano riconosciuti dal sito della Agenzia delle Entrate
Questo punto era un punto di debolezza di tutti questi siti fraudolenti, ma anche questo punto è facilmente raggirabile. Al truffatore infatti basta aprire realmente un P.IVA con tanto di indirizzo e di referente. Se subiamo una truffa da tale P.IVA, per recuperare quanto rubatoci dobbiamo aprire un contenzioso. Per farlo ci serve un avvocato e quindi soldi, il ché, in genere, dissuade il 90% dei truffati. Se noi siamo in quel 10% che invece intraprende una causa legale, essa non inizierà se non dopo 12/24 mesi e in modo molto semplice il truffatore si scuserà, pagherà qualche spicciolo di penale, ci renderà quanto da noi pagato (comprandolo a sue spese) e saremo tutti felici e contenti. Il suo guadagno è dato dal 90% dei rassegnati e non dal 10% degli incazzati 😉 Oltre al fatto che il caro truffatore potrebbe invece non rispondere alla causa intentata e “ritirarsi” chissà dove a grattarsi le palle con i nostri soldi!

Verificare la presenza di un numero telefonico fisso
Questa è facile, facile 😀
Al truffatore basta pagare una compagnia telefonica che attivi un nuovo numero telefonico e attendere beatamente le chiamate dei suoi polli.

Verificare che sia consentito pagare in contrassegno
Questa resta ancora l’unica piccola certezza, ma i truffatori tentano in tutti i modi di dissuadere l’uso di questo mezzo di pagamento. Qualora poi noi siamo così testardi da non accettare alcuna forma di pagamento che non sia il contrassegno, al truffatore basta o inviarci una scatola vuota (ne segue il discorso sul contenzioso) o non inviare un bel niente. Non ricevendo niente, non ci rimettiamo niente.

Cercare sul web recensioni e opinioni di altri che hanno acquistato dallo stesso sito
Altra banalità! Al truffatore basta registrarsi (con nomi, indirizzi e quant’altro rigorosamente falsi) in tutti i siti che discutono dell’affidabilità del proprio sito e scrivere recensioni positive.

Verificare la data di acquisto del dominio
Anche questo era un punto molto importante, ma anche questo è facilmente aggirabile. Al truffatore infatti basta acquistare qualche dominio per una durata di 3 anni a dominio e lasciarli “dormienti” per 2 anni. Poi, l’ultimo anno, non deve far altro che pubblicare un sito di e-commerce per ogni dominio e attendere gli ordini. In tale ipotesi, al momento della nostra ricerca, il dominio risulterà attivo da oltre 2 anni e quindi noi saremmo tutti molto tranquilli dell’affidabilità del sito!

Verificare la presenza dell’indirizzo su Google maps e cercare il sito su street view
Il negozio purtroppo potrebbe essere “solo online” e quindi non necessitare di un punto vendita fisico. Insomma, anche quest’ultimo punto non è che ci dia tutta questa sicurezza. Tuttavia, se viene indicato un indirizzo fisico, sarebbe almeno opportuno verificare su gmaps che tale indirizzo esista!

Verificare se è possibile pagare con Paypal
Ecco l’unico punto che possiamo mettere a segno: pagare con Paypal. Paypal infatti prevede meccanismi interni per aprire e risolvere contenziosi. Funziona così: prima si contatta in modo amichevole il “furbo” chiedendo, ad esempio, la restituzione dei propri soldini perché la merce non è arrivata. In mancanza di risposta o se i tempi di attesa sono ritenuti troppo lunghi, si apre un contenzioso su Paypal, il quale, entro 30 giorni, appurato il problema… ci restituisce i soldini!
Si, tutto molto bello. Peccato che per avere un conto aperto su Paypal bisogna avere una qualche dimestichezza con Internet e con i sistemi di pagamento elettronici, in particolare con le carte di credito ricaricabili. Però bisogna anche dire che comprare online senza avere una carta di credito ricaricabile… è follia!

Concludendo… tutelarsi in modo autonomo è molto difficile! Anzi, sapete cosa c’è? Quasi, quasi vi truffo anch’io! 😀
Viva l’Italia!

3 commenti

  1. Luca

    Bellissimo articolo, complimenti 🙂 Ma il punto di paypal non è proprio giusto, vi spiego:

    Tempo fa ero intenzionato ad un acquisto di una ps4 e su subito.it avevo trovato un offertone che manco il black friday americano è capace di darti: Console + 2 gamepad ( uno te lo da gratis la sony, ma l’altro te lo devi comprare ) + 5 giochi ps4 a soli 260€ …. Allora mi metto in contatto col venditore e ci mettiamo d’accordo sui pagamenti ( io immaginavo i soliti postepay o bonifici, più usati dai truffatori ) e con molto piacere noto : ACCETTO PAYPAL. Nella mia vita, sono cresciuto con internet e le truffe online ( non che le abbia fatte, ma leggendo i forum mi son fatto sempre qualche domanda ) per cui cerco su google se possa esistere una truffa fatta su paypal. Et voilà, eccola trovata, in poche parole paypal dice che sta dalla parte dell’acquirente, ma solo su EBAY ( d’altronde è stata acquistata da quest’ultima ). Il meccanismo è semplice: Tu paghi su paypal, il venditore ti manda un qualsiasi pacco con codice tracking , cosi che tu pensi che abbia mandato l’oggetto in questione, appena arriva a casa, vai ad aprire il pacco e ci trovi un sasso invece della console. Allora pensi ” faccio reclamo a paypal ” ma quest’ultima ti dirà: Il pacco è stato spedito? Si? Allora non è affare nostro. Paypal al di fuori di ebay, si occupa se il venditore non mandasse il pacco, poi cosa ci sia dentro, non gli frega niente. State attenti, perche’ più si avanti, più sto notando queste truffe con paypal.

  2. Alessandro

    Bellissimo artico peccato non averlo letto prima di aver preso una fregatura.
    Cmq io faccio parte del 10% e vado fino in fondo anche se la magra consolazione è forse riavere i soldi indietro ed esorto tutti i polli come me a fare la stessa cosa magari di questi truffatori ce ne liberiamo

I commenti sono chiusi.