A cosa serve un sito web?

A cosa serve un sito web?

A cosa serve un sito web?
A niente.
Non più ormai.

Mi rendo conto che la risposta non è tra le più amichevoli, ma (ovviamente) ci sono ragioni pratiche e tecniche che spingono verso tale risposta. Ragioni che adesso andremo ad esaminare insieme.
A cosa dovrebbe servire un sito web?
Senza dubbio il motivo principale per dotarsi di un sito web è quello di essere rappresentati e trovati in rete, in internet. Qualunque sia il nostro business, il sito web ci dovrebbe consentire di entrare in contatto con i naviganti e, in tal modo, dovremmo essere in grado di attrarre costoro verso i nostri prodotti/sevizi.
Giusto. Verissimo.
Peccato che nel 2016 avere un sito web non consenta più di ottenere l’obiettivo poc’anzi esposto. Pertanto avere un sito web diventa… inutile!
Ma perché nel 2016 un sito web non ci consente più di entrare in contatto con i naviganti e aumentare/alimentare il nostro business?
Perché per “essere trovati” online è necessario che il nostro sito web sia rintracciabile e affinché il nostro sito sia rintracciabile, esso deve comparire nei primi 30 risultati di un motore di ricerca. Considerando che i primi 10 risultati di un motore di ricerca online sono appannaggio di mega siti aggregatori composti da centinaia o migliaia di annunci di aziende che fanno il nostro stesso lavoro, restano i risultati dall’undicesimo al trentesimo (i risultati dal trentunesimo in poi sono poco rilevanti perché poco visitati).
In definitiva… se costruiamo un sito e vogliamo che esso frutti qualcosa (in termini di business) dobbiamo assicurarci che il sito compaia in seconda o terza pagina nei risultati dei motori di ricerca. E come facciamo ad ottenere tale risultato? Banalmente: non possiamo (o quasi) 🙁
Non possiamo perché:

  1. quasi certamente i nostri concorrenti sono online da molti anni e hanno acquisito “autorità” nei motori di ricerca
  2. è impossibile fare concorrenza (nei risultati di ricerca) ai siti aggregatori.

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In realtà, per superare entrambi i vincoli appena elencati abbiamo una via di fuga: lavorare sul sito per… mesi, molti mesi, quasi certamente 12 o 24 mesi. Sempre.
In tal modo, aumentando la quantità di informazioni presenti sul nostro sito (tutte a tema), i motori di ricerca ci daranno maggiore credito e, forse, riusciremo a rientrare nei primi 30 risultati (sperando, ovviamente, che i nostri concorrenti non facciano altrettanto). C’è però un piccolo problema: dopo 24 mesi il nostro business potrebbe essere già morto e sepolto.
Quindi?
Quindi se stiamo pensando di fare il webmaster, meglio cambiare direzione.
Se invece stiamo pensando di aprire un sito web per la nostra azienda… beh, lasciamo stare! Almeno all’inizio.
Seguiamo, piuttosto, quest’altra strada:

  • apriamo una pagina Facebook
  • apriamo una pagina Google Business
  • iscriviamoci su tutti i siti aggregatori che riempiono le prime pagine dei motori di ricerca
  • dedichiamoci alla cura della nostre pagine (soprattutto la pagina Facebook) scrivendo articoli di interesse per chi cerca ciò che noi offriamo e rispondendo in modo rapido e cortese a tutti i quesiti che riceviamo sulle pagine
  • pubblicizziamo le pagine

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Se abbiamo mezz’ora al giorno possiamo anche provare a fare tutto ciò in perfetta autonomia in una settimana, senza spendere un centesimo, tranne le “tangenti” che potrebbero essere richieste per inserire l’attività sui siti aggregatori.
Questo garantirà visibilità immediata.
Se poi, come ci si augura, il nostro business decollerà, allora avremo tutto il denaro e il tempo necessari a preparare una strategia per organizzare la realizzazione di un sito web, tenendo sempre a mente che per molti mesi quel sito non frutterà alcunché! E poi facciamo attenzione agli “esperti SEO” che sicuramente ci contatteranno: non bastano 100 euro l’anno per un lavoro serio.
Ovviamente quello appena fatto è un discorso generale che non contempla casi particolari in cui, invece, un sito web può essere molto utile. Tuttavia considerando il fatto che è oramai difficile trovare settori in cui la presenza (e quindi la concorrenza) online sia bassa, sono davero pochi i siti che possono avere un qualche senso.
Infine bisogna osservare che se la nostra azienda è conosciuta ed è ormai piazzata sul mercato, allora diventa una questione di immagine avere il sito web, ma questo… è un altro discorso…